BONACCINI
di Nicolò Porcelluzzi. In questo numero leggerete di adulterio e tabloid, di passerotti e smartwatch, di Azerbaigian e biologia evolutiva.
Benvenuti, questo è il numero centoventinove di MEDUSA, una newsletter a cura di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not.
MEDUSA parla di cambiamenti climatici e culturali, di nuove scoperte e vecchie idee. Ogni due mercoledì.
Quello che scriviamo su MEDUSA è gratuito per tutti. Se ti piace quello che facciamo, però, si possono donare 5€ al mese. Oppure 30€ l’anno (e quindi 2,5€ al mese). Oppure si può fare un’offerta libera annuale. Chi si abbona scegliendo una di queste opzioni, riceverà ogni tanto anche dei numeri extra, racconti, post o qualche esperimento pazzo. Se siete già iscritti, potete aggiornare il vostro abbonamento qui:
Per tutto il resto, la nostra homepage è medusanewsletter.substack.com
MEDUSA newsletter è divisa in tre parti: un articolo o racconto inedito e due rubriche: i link e i frammenti dei CUBETTI, e i numeri della CABALA. Per il resto, se volete scriverci potete rispondere direttamente a questa email o segnarvi il nostro indirizzo: medusa.reply@gmail.com. Siamo anche su Instagram.
In questo numero leggerete di adulterio e tabloid, di passerotti e smartwatch, di Azerbaigian e biologia evolutiva.
Vedrai che se gli scrivi un messaggino, Bonaccini risponde. “Per forza”, mi direbbe Sabrina, “tiene lo smartwatch”; ma io penso che non è quello il punto (anche se i polsi di Bonaccini sono forti come, non so, il tronco di una sequoia); il punto è che se ti candidi bisogna esserci sempre, e lui lo sa fare. Sempre, anche quando si prende i suoi giorni nella grotta; ogni volta che sale la scaletta per dare un’occhiata alle notifiche, girare la carbonella, gli olii essenziali, e tutto il resto.
Ma Bonaccini è anche molto attento ai mondi in via di estinzione, vedi la trasferta dagli Asatsana 1-a. Un successo dell’equipe, il primo di una lunga serie, visto che era l’inizio della campagna elettorale, cioè di quando l’equipe ha scoperto l’esistenza di sette minoranze linguistiche sparse sul territorio nazionale; e di queste sette una era proprio l’antica lingua dei segni degli Asatsana 1-a. Profondamente grati all’equipe per averli scoperti, gli Asatsana le hanno dedicato una “coorte di idoli di legno”, ognuno con il suo vestitino di foglie e rametti: uno spettacolo, e insomma, ne ho preso uno per Futura. Tipo in prestito. Le ho detto di non rovinarlo, e di non prestarlo alle sue amichette, se mi vuole bene.
Quando Bonaccini è sceso dall’elicottero, il comitato di accoglienza degli Asatsana l’ha vestito di fiori. Lui era serio e anche un po’ assorto: soltanto con la sua presenza, non so come dire, nessuno pensava più alla morte; “neanche lontanamente”, anche per Sabrina, “perché ci pensa lui”. Quelli del comitato d’accoglienza poi, una volta che Sabrina è riuscita a sistemarli dietro ai microfoni della conferenza stampa, con i loro rametti eccetera, insomma il comitato degli Asatsana con tutta una serie di gesti ha concluso la CS dichiarando che la fine di un linguaggio è la fine di un mondo. La sala stampa ha applaudito, mettendo in fuga il comitato.
Non solo antichi linguaggi e famiglie in crisi: nella nostra campagna elettorale Bonaccini si è occupato spesso e volentieri di un tema pressante come la transizione digitale. Abbiamo progettato una trasferta nelle isole del nostro Paese, per collegarle attraverso nuovi ponti di speranza. Al suo ritorno Sabrina era felice e profumava di lavanda (“abbiamo scelto il vecchio giusto, era tutto fomentato che finalmente aveva un po’ di compagnia”); dev’essere bello stare sempre in giro, sono troppo felice per lei! Appena li ha sentiti parcheggiare, il vecchio Alfonso Cisi ha messo su il caffè per tutta l’equipe, “che ha potuto approfittare della più classica latta di biscotti danesi” (ho dato qualche ritoccatina alla press release). Il signor Alfonso, una volta istruito per l’imminente RDV con Bonaccini, si è ritirato nelle sue stanze. Per mezzora. “A una certa ho bussato, silenzio totale”. Sabrina ha battuto più forte, e niente, vai a vedere che ci siamo fatti il vecchio? Allora ho pregato, mi giura, “ho pregato come non ci fosse un domani, e…” E? E la porta si è spalancata, e c’era Alfonso che indossava un completo tortora, una camicia panna (Sabrina è precisa con i colori, suo padre lavorava per il Vaticano) e una regimental di Marinella. Alfonso si era fatto bello per la videochiamata, capito?
Forse tutto è iniziato ai corsi, ma non mi tornano gli orari. L’inglese Bonaccini l’ha imparato ai corsi serali, ogni giorno avanti e indietro con l’aereo: intervistata dagli specialisti del Palazzo, l’hostess ne parla sempre con affetto, “è una persona che sa ascoltare”. A volte durante il volo, dice, Bonaccini le lascia spegnere il sigaro; anche se è al telefono; a volte sembra alto un metro e novantatré centimetri, altre uno e settantaquattro (“mi sembra una persona che pensa ai problemi, e che gli piacciono le sorprese”).
In vista delle Elezioni, ogni mattina gli viene preparato quello che Sabrina chiama “il Bibitone”, una bevanda nutriente che lo aiuta a stare in forma senza sacrificare il piacere della buona cucina: al termine di una lunga ricerca, l’equipe è riuscita a elaborare una dieta capace di integrare all’apporto calorico (solo leggermente deficitario) i sapori della tradizione; la sfida principale consiste nell’accontentare le richieste di Bonaccini, noto per la sua intransigenza. Gli ingredienti sono oggetti tridimensionali, alcuni si possono toccare con le mani, e le cannucce sono tutte di cartone; cascasse il mondo. “Rigorosamente”.
Nessuno ha visto la grotta, Sabrina dice che non è neanche sto granché. Per me non è un problema fare il mammo, più che un onere è un onore, ma devo dire che le settimane a ridosso delle Elezioni sono state un po’ tostarelle. Gli impegni “si sono avvicendati senza soluzione di continuità”, fino all’apice che è stato il grande palco in Piazza dei Popoli, il bagno di folla diciamo. Nel giro di un pomeriggio Bonaccini ha triturato due smartwatch e tre lavalier, quelli tinta carne; come promesso, è riuscito a trattenere le previsioni del tempo. Da quella domenica c’è stato sempre il sole, fino alla domenica delle Elezioni.
Fino a questa notte di pensieri, che non mi ha fatto dormire. Ero tipo paralizzato nel dormiveglia, vedevo i parcheggi della scuola riempirsi, le troupe televisive, le matite e tutto quanto. Sono arrivate le Elezioni e non ho dormito. Non riuscivo a dormire allora ho chiesto a Sabrina cosa sarà di Edoardo e Futura, hanno solo cinque anni. Lei non ha visualizzato. Non ha avuto neanche “il tempo di respirare”, i membri del ComEl erano già tutti lì.
Quando l’ho vista al seggio stava girando con un enorme vassoio dei Galviati, quello di cartone dorato, tutto pieno di sfogliatelle (anche se, a dire la verità, nessuno gliel’aveva chiesto); e tutti le rispondevano che ce la faremo, ce la faremo. Una signora le ha detto: se non si va indietro, si va avanti. Bonaccini intanto era nella grotta, lo smartwatch attaccato alla presa. L’hostess dice che la sera prima l’ha visto concentrato, con le cuffiette, “stava facendo i phrasal verbs”. Ho chiesto a Sabrina cosa sarà dei nostri figli. Lei dice che sono super sensibile, davvero, ma ormai è un po’ too much. Lei mi dice che lui penserà a tutto. Di lasciarla andare, che oggi ha le maniche corte.
Quando si è disidratati non si può governare un grande Paese come il nostro. Sabrina ai giornalisti ha detto che l’Avversario “ha le ore contate”. Nei tabloid è trapelato che l’Avversario pensi alla morte soltanto di rado, come per svista. La Chiesa intanto sembra averlo abbandonato; secondo alcune agenzie, anche le piccole e medie imprese. Ma Bonaccini non se ne approfitta, non ci pensa neanche. Governare è un tema importante, e noi abbiamo bisogno di lui. Ieri Bonaccini ci ha detto che l’Avversario non è un nostro nemico, è solo questione di tempo.
#1 CIP CIP
Durante la prima quarantena, a Milano, si sentivano gli uccelli cantare più forte. Almeno, ci sembrava. Cantavano di più, e più forte, o c’era più silenzio per le strade? Il contesto ha rinforzato il comportamento. Pensando a quei mesi ci torna in mente il luogo comune della natura che “riprendeva i suoi spazi”, “quello che è suo”, eccetera; curioso come, nei mesi e anni seguenti, non si sia diffusa la consapevolezza opposta: “ci stiamo riprendendo tutto”, “facciamo schifo”, e via così: era una notizia meno fotogenica, e una battutina ancora più deprimente (se possibile). Eppure in quei mesi, nel mondo animale, potrebbe essere nata qualche trasformazione positiva capace di durare nel tempo; forse, e si spera.
Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evolutiva di Knoxville ha cercato di dimostrare che l’improvvisa pulizia del “paesaggio sonoro” nella Bay Area (San Francisco e dintorni) non solo abbia permesso una migliore comunicazione tra i volatili della zona, ma anche innestato negli esemplari più giovani delle caratteristiche che potrebbero passare alle future generazioni; e tutto questo dopo settant’anni di compressione del loro habitat sonoro.
La ricerca si è concentrata sul comportamento del passero corona bianca, un passeriforme molto diffuso nella zona:
È possibile dedurre che, in media, gli uccelli delle aree urbane hanno mostrato una capacità significativamente maggiore di competere per i territori riproduttivi. Questa premessa evidenzia l'intrigante possibilità che un maggior numero di esemplari giovani abbia copiato preferenzialmente canti più performanti durante il lockdown. Se così fosse, la quarantena potrebbe aver alterato la traiettoria dell'evoluzione culturale all'interno e tra le popolazioni della regione di studio. […] I nostri risultati indicano che gli uccelli canori, come i passeri corona bianca, hanno una sorprendente capacità di sfruttare nuovi paesaggi sonori in seguito a un miglioramento acuto ma effimero dell'inquinamento acustico, e suggeriscono che un miglioramento duraturo potrebbe portare a risultati ancora più promettenti, come la ripresa demografica e una maggiore diversità delle specie nelle aree urbane.
#2 MILLION DOLLAR POINT
Visto che nell'ultimo numero parlavamo anche delle isole di Vanuatu, un nostro solerte lettore ci ha scritto poche criptiche righe in un messaggio: ci esortava a cercare su Google street view “Million Dollar Point, Espiritu Santu, Vanuatu”. E a trascinare l’omino giallo nell’acqua.
Giriamo a voi lo stesso invito, e poi vi lasciamo un link di Atlas Obscura che dà qualche informazione in più per capire questa discarica sottomarina diventata sito di archeologia moderna e posto dove fare snorkeling, un fondale dove “l'esercito americano ha scaricato merci per milioni di dollari solo per far dispetto a inglesi e francesi”.
L’Azerbaigian ha denunciato l'Armenia al Tribunale di Berna. L’Armenia sarebbe colpevole della catastrofe ambientale causata dal conflitto del Nagorno-Karabakh, durato quasi 30 anni.
L'Azerbaigian sostiene che quando nel settembre del 2020 ha riconquistato i suoi territori, gli habitat e le specie che ci vivevano erano stati massacrati, le risorse naturali esaurite e la biodiversità distrutta.
Il Ministero dell'ecologia e delle risorse naturali ha dichiarato che sono stati danneggiati più di 7.000 ettari di foreste protette (dove vivevano il leopardo caucasico, l'orso bruno, il lupo grigio, l'aquila maggiore e l'aquila delle steppe).
Secondo quanto riportato dalle autorità azere, nella zona di guerra sono stati abbattuti alberi di circa 2.000 anni. È la prima volta che un Paese chiede un arbitrato internazionale ai sensi della Convenzione di Berna: se l'Azerbaigian dovesse vincere, la causa potrebbe diventare un precedente per l'attribuzione di un valore economico alla biodiversità.
Al momento dell’invio di questa newsletter, nell’aria danzano 419,30 ppm (parti per milione) di CO2.