SENTIMENTO
di Matteo De Giuli. In questo numero ascolterete di Aniene e Amazzonia, di moda e di Humboldt, di foreste e di spiriti, di infanzia e petrolio.
Benvenuti, questo è il numero centocinquantanove di MEDUSA, una newsletter a cura di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not.
MEDUSA parla di cambiamenti climatici e culturali, di nuove scoperte e vecchie idee. Ogni due mercoledì.
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In questo numero ascolterete di Aniene e Amazzonia, di moda e di Humboldt, di foreste e di spiriti, di infanzia e petrolio.
Questa MEDUSA vi arriva il Primo maggio. Festeggiamo con un episodio speciale, una prova di qualcosa che vorremmo fare sempre di più in futuro. Chiamarlo un podcast forse è troppo, ma in effetti è un file audio.
Ascolterete una chiacchierata che ho fatto con Paolo Pecere, saggista, scrittore, filosofo. Abbiamo citato tante volte Paolo su MEDUSA. Il suo ultimo libro si chiama Il senso della natura. Sette sentieri per la Terra, è uscito da poco per Sellerio. Raccoglie racconti dei viaggi che Paolo ha fatto negli ultimi venti anni, luoghi, persone, animali: dal parco dell’Aniene, nascosto nella periferia nord est di Roma, fino a toccare tutti i continenti, prima di tornare a casa.
È un libro sull’incontro con l’altro, il non umano animale e ogni manifestazione della natura. Un saggio sullo sfruttamento delle risorse, sulle relazioni contraddittorie che intessiamo con gli altri esseri viventi e non viventi del pianeta Terra. È il racconto del modo in cui la tradizione culturale media la nostra conoscenza, e quindi sui limiti della nostra mente, e i confini che il pensiero stabilisce. Ed è un libro che indica come, in epoca di crisi climatica, di saturazione umana, possiamo e dobbiamo trovare un nuovo sentimento della natura.
È un’opera universo in cui è bello perdersi, un testo filosofico, politico, narrativo, da tenere vicino, da riprendere e riaprire.
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Qui sotto trovate la nostra chiacchierata. L’abbiamo fatta nel giro di qualche giorno, mandandoci una manciata di vocali.
Il primo Primo maggio fu quello del 1890. L’anno prima, infatti, nel luglio del 1889 – durante i lavori del Congresso Internazionale di Parigi che diedero il via alla Seconda Internazionale socialista – era stato ufficialmente dichiarato Festa internazionale dei Lavoratori.
La scelta della data cadde sul Primo maggio per ricordare il giorno in cui, nel 1886, a Chicago, una grande manifestazione operaia per le otto ore (la metà di quelle che, spesso, erano all’epoca) aveva dato luogo a una sanguinosa repressione: 38 morti.
In Italia, il fascismo abolì presto la ricorrenza, nel 1923.
La festività venne poi riconosciuta ufficialmente, in Italia, con un decreto legislativo del 1946, dopo la caduta del regime.
Al momento dell’invio di questa newsletter, nell’aria danzano 425,57 ppm (parti per milione) di CO2.