RILUTTANTE
di Matteo De Giuli. In questo numero leggerete di Max Planck e rivoluzioni, di polpi berretti e giocatrici di basket, di strenne interstellari e spirali contraccettive.
Benvenuti, questo è il numero centoventicinque di MEDUSA, una newsletter a cura di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not.
MEDUSA parla di cambiamenti climatici e culturali, di nuove scoperte e vecchie idee. Ogni due mercoledì.
Quello che scriviamo su MEDUSA è gratuito per tutti. Se ti piace quello che facciamo, però, si possono donare 5€ al mese. Oppure 30€ l’anno (e quindi 2,5€ al mese). Oppure si può fare un’offerta libera annuale. Chi si abbona scegliendo una di queste opzioni, riceverà ogni tanto anche dei numeri extra, racconti, post o qualche esperimento pazzo. Se siete già iscritti, potete aggiornare il vostro abbonamento qui:
Per tutto il resto, la nostra homepage è medusanewsletter.substack.com
MEDUSA newsletter è divisa in tre parti: un articolo o racconto inedito e due rubriche: i link e i frammenti dei CUBETTI, e i numeri della CABALA. Per il resto, se volete scriverci potete rispondere direttamente a questa email o segnarvi il nostro indirizzo: medusa.reply@gmail.com. Siamo anche su Instagram.
In questo numero leggerete di Max Planck e rivoluzioni, di polpi berretti e giocatrici di basket, di strenne interstellari e spirali contraccettive.
Max Planck pioniere della teoria quantistica. Max Planck tra i più grandi fisici del Novecento. Portano il suo nome: cinque unità di misura fondamentali; una prestigiosa medaglia per la fisica teorica; una delle più importanti missioni spaziali europee; un cratere lunare di 319,46 km; la Società tedesca per l'avanzamento delle scienze e la ricerca di base. Max Planck barone universitario. Max Planck scienziato più influente d'Europa dalla fine dell'Ottocento all'inizio della seconda guerra. Max Planck premio Nobel nel 1918. Che venti anni più tardi, nel 1938, è immortalato sul podio di un'aula magna, mentre assieme allo stato maggiore del regime nazista festeggia l'anniversario della società tedesca delle scienze. Società che non porta ancora il suo nome ma di cui è stato presidente fino all'anno prima. Max Planck che su quel palco è un vecchio esile di ottant'anni che scompare tra due enormi drappi rossi con le svastiche, che pendono dal soffitto e arrivano giù fino a terra, ai lati del palco.
Erwin Planck, figlio minore di Max, che sei anni dopo quella foto viene accusato di essere complice di un attentato ad Adolf Hitler. Max Planck che chiede la grazia del figlio e parla direttamente con i gerarchi. Max Planck che durante gli anni del regime ha sempre fatto di tutto per evitare uno scontro politico. Max Planck che si è sempre astenuto da qualsiasi gesto che potesse sottrargli finanziamenti e potere. Max Planck che già durante la prima guerra, nel 1914, aveva firmato un manifesto in difesa dell'invasione del Belgio, negando atrocità ammesse persino dai militari. Max Planck che basta che lo lascino in pace. Max Planck che resta a guardare. Che prima della seconda guerra conosce Adolf Hitler. Max Planck che parla con Hitler. Che gli chiede di risparmiare i suoi scienziati ebrei, perché va bene la persecuzione ma in fondo non sono tutti uguali, ci sono ebrei e ebrei. Adolf Hitler che si arrabbia lo stesso moltissimo. Max Planck che, quando poi il figlio verrà condannato a morte, è ormai un signore di quasi novant'anni e non conta più niente. Erwin Planck che viene ucciso dalla Gestapo. Max Planck che muore di dolore subito dopo. Max Planck che aveva già visto morire la prima moglie e due figlie neonate.
Max Planck uomo devoto, religiosissimo. Max Planck amico del più giovane Albert Einstein. Albert Einstein che dice di Planck: come sarebbe meglio per l'umanità se ci fosse più gente come lui. Albert Einstein che suona il violino, Max Planck che suona il pianoforte. Albert Einstein e Max Planck che suonano insieme. Max Planck che come Albert Einstein è interessato ai principi assoluti della natura. A cercare costanti e invarianti. Albert Einstein che scrive un articolo nel suo annus mirabilis partendo da una ricerca di Planck. Albert Einstein che pensa però che la teoria di Planck sia in un certo modo in contrasto con la sua. Teorie che in quegli anni si accavallano. Le contraddizioni sono ancora la norma.
Max Planck che in accademia diventa primo sostenitore della relatività ristretta di Einstein. Max Planck che chiama Albert Einstein per nominarlo direttore di un ufficio importante dell'accademia. Max Planck che però si rifiuta di firmare una petizione contro la diaspora degli ebrei tedeschi. Max Planck che dice tanto se oggi raccogli trenta firme qualcun altro domani ne raccoglie centocinquanta contro di te. Max Planck che dice meglio tenersi le cattedre che fanno gola a troppi. Max Planck che aveva un motto e il suo motto era perseverare e continuare a lavorare. Max Planck conservatore, nazionalista, tetragono. Sempre accomodante con il potere politico. Max Planck che non accetta di mettere in dubbio lo status quo, neanche quello scientifico. Max Planck che quando Albert Einstein gli confida di voler lavorare a una teoria della gravitazione gli dice meglio di no. Gli dice io che sono più vecchio di te ti do un consiglio, lascia stare questa idea, non riuscirai a trovare la tua teoria e anche se dovessi riuscirci nessuno ti prenderà sul serio. Albert Einstein che nel 1915 pubblica invece le prime formule della relatività generale. Albert Einstein che ammira Max Planck. Albert Einstein che lo cita come uno dei suoi pochi maestri. Albert Einstein che però dopo la morte di Planck dirà era una delle persone migliori che abbia mai conosciuto ma non capiva niente di fisica. Albert Einstein pacifista e umanista, ebreo, che nel 1933 è a Pasadena, California, Stati Uniti quando Hitler prende il potere. E che lì rimane in esilio.
Max Planck che aveva già quarantadue anni quando pubblicò il suo lavoro più importante. Nessun fisico teorico fa ricerche geniali a quell'età. Max Planck che a quarantadue anni lavora a un problema che sembra minore, a cavallo tra elettromagnetismo e termodinamica. Un problema che i fisici chiamano radiazione del corpo nero, una sorta di esperimento mentale, un'entità astratta a cui però in laboratorio ci si può avvicinare usando particolari materiali. Max Planck che con il corpo nero vuole indagare i confini tra natura elettrica e natura termica del mondo. Max Planck che vuole a tutti i costi usare la teoria classica per descrivere questa entità astratta del corpo nero. Max Planck che non vuole sorprese. Max Planck che cerca una formula ma non la trova. Max Planck che alla fine dell'anno 1900 ascolta con imbarazzo i suoi collaboratori che gli dicono che in laboratorio le cose sembrano andare in maniera differente. Che la teoria classica non funziona in laboratorio. I suoi collaboratori che gli dicono che bisogna capire perché. Che ci deve pensare lui. Nessuno di loro sa ancora che la crepa minuscola che si sta aprendo poterà alla teoria quantistica. Alla più profonda crisi del pensiero fisico di sempre.
Max Planck che deve metterci una pezza. Max Planck che a pochi giorni da una conferenza importante deve giustificare i paradossali dati scientifici dei suoi collaboratori. Max Planck che si chiude in casa. Che poi userà i termini travaglio angoscia perplessità per descrivere quelle ore. Max Planck che fissa la formula migliore che ha e non capisce perché non funziona. Max Planck che pensa a se stesso come un uomo integro, integerrimo. Max Planck che all'ultimo momento, senza che nessuno gli dia il permesso, decide di aggiungere a caso un -1 ai suoi calcoli. Max Planck che capisce subito che quella formula che era già troppo complessa ora è diventata una mostruosità. Quella formula che ha un -1 in più scritto a caso da Max Planck. Quella formula che però ora funziona. E non si capisce perché. Max Planck che si accorge che i dati di laboratorio finalmente uno a uno si allineano a quelli disegnati dalla formula nuova. Max Planck che presenta la formula nel modo più vago e sbrigativo possibile alla sua conferenza. E che poi senza rispondere alle domande, senza neanche tornare a dormire, si mette a cercar di capire che senso abbia.
Max Planck che non riesce a cogliere le conseguenze profonde di quello che ha scritto. Il vaso di Pandora che però è stato scoperchiato. Max Planck che cercherà finché campa di resistere a quella rivoluzione che lui stesso ha innescato. Quella rivoluzione che desidera meno di ogni altra cosa al mondo, Max Planck.
#1 IL QUARTO NUMERO DI QUANTO
È uscito il quarto numero di Quanto, uno dei progetti editoriali più interessanti degli ultimi tempi. Le persone di Quanto, con cui negli anni abbiamo poi fatto amicizia, sperimentano con rara competenza sul racconto, sulla carta e sui nomi. La matrice della rivista è quella fantascientifica-speculativa. Il nuovo numero racconta l’odissea spaziale di Atmund e Annah, “un’avventura che vi porta nell’abuso dello spazio e del tempo”. C’è un lungo racconto e 19 tavole illustrate; a un certo punto Atmund Lloyd, nel suo diario, inizia a prendere appunti sulle sue letture. Per qualche gioco del destino, nella sua astronave c’è una copia di MEDUSA. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo) (un classico senza tempo, forse regalatogli a Natale, che sarebbe un’ottima idea; 172 pagine; Codice 9788880561378).
Quando l’ultimo uomo oltrepasserà l’orizzonte degli eventi, cinquecentosei
immagini tempestarono i suoi ricordi come la pioggia di meteoriti che attraverserà, quattordici eoni prima, al largo della cintura di Horrel. Nel buco nero la realtà era così rarefatta che i sogni avevano la stessa consistenza delle cose e la materia la densità della fantasia. Nel ribollire misterioso della sua fine, Atmund Lloyd guarderà l’orologio da taschino allungarsi insieme alla propria mano, oltre l’infinito, e non provò nemmeno per un momento a tenersi insieme. In quel momento si trovava non solo all’inizio e alla fine, ma anche durante: viaggiando tra le stelle, l’ultimo uomo avrebbe imparato a non voltarsi mai indietro, ma solo adesso scoprirà che l’orizzonte stava alle sue spalle e che lui è sempre stato lì, da ancora prima d’essere nato e cioè dopo la sua morte.
#2 POLPI BERRETTI
Succede che dei piccoli polpi cavalchino delle meduse. Si tratta spesso di polpi del genere Tremoctopus, anche detti polpi palmati (o blanket octopus). Sono animali unici al mondo, dal momento in cui presentano un allucinante grado di dimorfismo sessuale (forse impareggiato in natura – se c’è qualcuno che può darci altre informazioni, ci fa molto piacere): in poche parole, il maschio è lungo 2,4 centimetri, la femmina può arrivare a due metri. Come una giocatrice di basket che tiene in mano una moneta da cinque centesimi.
Citando Rebecca R. Herm di Open Ocean Exploration, “metà del nostro pianeta è fatto di oceani, il che significa che in questo momento potrebbero esserci miliardi di minuscoli polpi che cavalcano delle meduse”.
La vita dei polpi palmati maschi consiste nel galoppare meduse per l’oceano, trovare una femmina, strapparsi un braccio pieno di sperma e offrirlo alla compagna (che ci feconderà le uova): svolto il suo compito, il polpetto si lascia fluttuare e muore, diventando altra acqua.
(1984–2022)
Da qualche settimana, sul pianeta Terra, vivono 8 miliardi di esseri umani.
Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), 257 milioni di donne non possono disporre di metodi contraccettivi adeguati.
Secondo l’UNFPA a metà di tutte le gravidanze a livello globale non sono pianificate.
Secondo l’UNFPA quasi un quarto della popolazione femminile a livello globale non ha abbastanza potere (“agency”) per rifiutare il sesso.
Al momento dell’invio di questa newsletter, il rilevatore di CO2 su cui si affida il mondo della ricerca non sta funzionando, per la prima volta dopo quarant’anni: l’eruzione del vulcano Mauna Loa sta sabotando le misurazioni del laboratorio presente sull’isola. Forse ci vorranno mesi: il fronte delle sorprese continua a sorprenderci.