EXTRA! OSTRICA
di Nicolò Porcelluzzi. In questo numero leggerete di magnetismo e serpenti, di accoppiamenti giudiziosi e ricercatori scrupolosi, di Ed Yong e del mondo.
Benvenuti, questo è un nuovo numero EXTRA! di MEDUSA, la newsletter a cura di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi – in collaborazione con Not.
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In questo numero leggerete di magnetismo e serpenti, di accoppiamenti giudiziosi e ricercatori scrupolosi, di Ed Yong e del mondo.
Questo extra nasce dall’idea di condividere il nostro lavoro sui testi che si aggiungono alla base della nostra ricerca, ma anche semplicemente la passione che unisce chi scrive e chi legge questa newsletter. È appena uscito in traduzione uno di quei titoli che aspettiamo fin dalle prime voci intorno, nel tentativo poi di trovare il tempo adatto per leggerli, digerirli e processarli (il tempo non è mai adatto né sufficiente: a volte ci si abitua). Si tratta di Un mondo immenso di Ed Yong, che sto studiando per un’eventuale intervista. Per raccontare in una frase l’obiettivo di questo lavoro, piuttosto del risvolto citerei due righe in cui mi sono imbattuto qualche ora fa, leggendolo: “i sensi dettano quel che gli animali trovano bello e, così facendo, influenzano la forma che assume la bellezza nel mondo naturale”.
Un postulato che mi riporta a una MEDUSA di qualche anno fa, in quel caso dedicata alle teorie darwiniste applicate alle Cosmicomiche, si chiamava Animali belli e tempi infiniti.
Seicento milioni di anni fa, cioè prima del Cambriano che ha inventato gli animali per come circa li conosciamo, insieme alle meduse galleggiavano esemplari di Dickinsonia, di Kimberella e di Cloudina, e di chissà cosa. Sono creature che conosciamo soltanto come fossili (scoperte da un geologo in una miniera), e che possiamo descrivere soltanto con soluzioni sinestetiche: alcuni sono fronduti e bulbosi, altri tentacolari e pruniformi, o come rosoni gotici; altri ancora, semicavi come pietre che suonano. Creature che non hanno ancora sviluppato i sensi: non vedono non predano: assorbono nutrienti dal fondale marino («qualcosa d’immensamente diverso dalla vita animale di oggi»). Poi nel fluire dei milioni di anni si accorgono che su quel tappeto alcuni ritagli sono più nutrienti di altri.
Il nuovo saggio di Yong si dedica a tutti gli animali che, grazie a quei primi bocconi e fino ai giorni nostri, hanno sviluppato la loro cartucciera di sensi: Un mondo immenso si articola quindi secondo la divisione di questi sensi, spesso interrogandosi sul significato stesso della definizione, sulla realtà del fenomeno: “volendo essere estremamente riduttivi, si potrebbe ragionevolmente sostenere che esistono soltanto due sensi: chimici e meccanici. I sensi chimici comprendono olfatto, gusto e vista. I sensi meccanici comprendono tatto, udito e sensi elettrici. Il senso magnetico potrebbe appartenere a una di queste due categorie o a entrambe”.
Seguiamo il lavoro di Ed Yong da quando abbiamo iniziato il nostro, oltre ad averlo citato diverse volte nel suo ruolo di editor della sezione scientifica dell’Atlantic, tre anni fa abbiamo parlato del suo libro precedente, Contengo moltitudini. I due lavori sono uno all’altezza dell’altro, per quanto riguarda le dimensioni, il dettaglio e la qualità dell’impianto.
Si inizia dall’olfatto: